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GLI IMPEGNI PER UNA NUOVA FASE - 31 Maggio 2012

1. Un bilancio fallimentare

Il bilancio dei Ministri Alfano - Palma e Brunetta in tema di innovazione della giustizia è chiaramente fallimentare. Un bilancio fatto di continui annunci e proclami (a credere ai quali gli uffici giudiziari avrebbero raggiunto una piena informatizzazione) e di risultati modesti.

Il Protocollo di Intesa tra il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e il Ministro della Giustizia del 26 novembre 2008 è fallito: non uno dei suoi ambiziosi obiettivi (notificazioni telematiche entro giugno 2010, rilascio telematico di certificati giudiziari entro fine 2010, trasmissione telematica delle notizie di reato entro fine 2010, registrazione telematica degli atti giudiziari civili entro giugno 2010,accesso pubblico via rete alle sentenze e ai dati dei procedimenti entro il primo trimestre del 2010) ha visto la luce ed infatti il protocollo è stato rapidamente abbandonato e fatto cadere nel dimenticatoio.

Il Piano straordinario per la digitalizzazione è in grave ritardo: dei tre obiettivi che dovevano essere realizzati entro ottobre 2012 (notifiche on line, pagamenti on line e digitalizzazione di atti) si è avuto un intervento solo nella direttrice delle notifiche penali, che peraltro ad oggi non sono partite a regime in nessun Ufficio.

Anche quanto all’ulteriore piano nazionale di innovazione finanziato dal Fondo Sociale Europeo “Diffusione di best practices negli uffici giudiziari italiani” la continua diffusione ed espansione in più uffici (ormai 180) non ha sinora corrisposto agli ambiziosi risultati che si proponeva, se non a livello di qualche regione e sede e non ha sinora portato ad una generalizzata capacità di positiva “contaminazione” e diffusione di pratiche virtuose. Questo per la drastica diversità di capacità di intervento e di coinvolgimento degli uffici tra le diverse società vincitrici degli appalti, per l’assenza di un reale coordinamento e direzione da parte del Ministero, cha ha abdicato a tale funzione, e per la mancanza di investimenti che potessero  concretizzare ed attuare le analisi di organizzazione ed i progetti.

Una politica sbagliata che ha puntato sugli annunci e sulle conferenze stampa, che comunque non ci rallegra perché ha fatto perdere anni agli uffici giudiziari e ad una giustizia più moderna.

 

2. I risultati nonostante tutto raggiunti e l’inizio di una nuova fase.

Cionostante sarebbe sbagliato ed ingeneroso non vedere i passi avanti che sono stati fatti e che una nuova fase si può aprire. Passi avanti tanto più significativi se calcoliamo il drastico taglio di risorse che ha colpito anche i capitoli di spesa dedicati ai settori più innovativi.

La vitalità  del settore è immensa se possiamo vantare risultati anche a fronte di un parco computer ancora in larga parte obsolescente, di un’assistenza informatica scandalosa per un’amministrazione che si avvia verso il digitale, di un personale informatico sempre più limitato e mortificato.

Risultati che va detto non derivano solo dalla tenacia e volontà di molti uffici giudiziari e di significativi settori dell’avvocatura, ma che ha trovato linfa e sponda anche in strutture ministeriali con cui la collaborazione e la disponibilità è stata stretta e totale.

Così si è avuta:

-          La diffusione nazionale dei registri di SICID e SIECIC.

-          Il passaggio, nel settore civile,  al nuovo sistema di comunicazioni telematiche via PEC e l’estensione del sistema delle notifiche on line in ormai un quarto dei tribunali italiani, pur in assenza di un chiaro piano nazionale di diffusione.

-          La diffusione della consolle (ed in parte di mag office) per contaminazione virtuosa, sempre nel settore civile.

-          La sperimentazione del nuovo registro penale SICP in quattro uffici di primaria grandezza.

-          L’inizio e la verifica di sistemi di gestione documentale nel settore penale.

-          La sperimentazione di nuovi programmi ministeriali o autorizzati dal Ministero nei più diversi settori (SIAMM, SIPPI, sistemi di assegnazione, etc.).

-          La chiusura del cerchio, quanto meno a livello di software, del Processo Civile Telematico che con la stipula dei contratti in tema di Consolle fallimentare e della volontaria giurisdizione, ormai sta coprendo l’intero iter processuale.

Risultati che ci confermano che “si può fare” e che solo dalla sinergia delle istituzioni e dalla pressione degli uffici giudiziari e dell’avvocatura si possono avere risultati.

La recente notizia che il Ministero ha scelto come nuovo registro unico nazionale SICP è un ulteriore segno estremamente positivo, in quanto a partire da ciò sarà possibile costruire un progetto unitario in cui ricomprendere le tante energie ed iniziative che a livello locale si muovono.

Questo senza nasconderci che sono stati comunque persi tre anni in questo settore.

 

3. Una nuova fase ed i nostri obiettivi.

Con il nuovo Governo e con la quasi coincidente nuova gestione della DGSIA si è aperta una nuova fase, che non dobbiamo pensare meno problematica, ma sicuramente più ricca di possibile interlocuzione.

Per questa nuova fase, inevitabilmente breve nel tempo, dobbiamo pensare ad un doppio livello di interventi: da un lato una serie di richieste immediate e dall’altro una chiara scelta di priorità. Priorità necessarie per il poco tempo disponibile per questo Governo e per le scarse risorse esistenti.

Le nostre richieste:

-          Trasparenza del bilancio, delle risorse disponibili, degli investimenti in tema di informatizzazione, della gestione del F.U.G. (a partire dalla conoscenza sull’impiego dei fondi ripartiti nel 2010 e del motivo per cui non si è avuta alcuna assegnazione di fondi nel 2011).

-          Una nuova disciplina normativa delle notifiche telematiche civili e penali per superare ambiguità e contestazioni.

-          Consentire il decollo dell’Ufficio per il processo, imponendo la concreta applicazione dell’art. 37 L. n.111/2011 e, qualora continui la forte resistenza in materia delle Scuole di specializzazione, rendendo gli stage presso gli Uffici giudiziari alternativi alle scuole di specializzazione per accedere al concorso di magistratura.

Priorità di intervento per quest’anno.

-          Realizzare le notifiche on line obbligatorie sia nel civile che nel penale su tutto il territorio nazionale (rivedendo radicalmente, nel penale, l’applicativo, la cui sperimentazione   è al momento bloccata per la sua inadeguatezza) .

-          Realizzare l’archivio della giurisprudenza con banca dati consultabile anche dall’esterno.

-          Dare agli Uffici giudiziari (e al Paese) dati, statistiche ed indicatori affidabili, verificabili e confrontabili.

-          Lanciare con un progetto di diffusione nazionale il nuovo registro unico nazionale penale e elaborare, partendo da questa dorsale, un progetto per il penale.

Una reale riforma della giustizia si realizza anche con questi interventi, che danno strumenti per l’efficienza e la qualità del lavoro di ciascuno. Garantire ai magistrati una reale struttura di collaborazione qualificata con l’ufficio del giudice e telematizzare il servizio vuol dire anche fare un passo decisivo verso la progressiva eliminazione dell’arretrato, vero e proprio macigno che appesantisce e ritarda i tempi di tutto il sistema, in particolare nel settore civile. Scelta che aiuterebbe in modo significativo la nostra economia.

Offriamo all’Associazione Nazionale Magistrati queste riflessioni ed elaborazioni che costituiscono un prezioso patrimonio maturato nell’esperienza degli uffici auspicando che su questi temi chieda un incontro ed un confronto al Ministro della Giustizia.

 

 

InnovazionePerArea – maggio 2012

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