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I tirocini formativi negli uffici giudiziari ( art 73 D.L. n.69/2013): una grande occasione di innovazione ed un progetto per i giovani.
L'ottica del Decreto Legge 21 giugno 2013 n.69, per quanto concerne la giustizia, al di là di singoli punti francamente discutibili, capovolge in positivo i tradizionali stereotipi che hanno accompagnato larga parte delle "riforme" in materia di giustizia. Ci si rende conto di due elementi fondamentali e sinergici: la centralità dell'organizzazione e l'impossibilità di cambiare senza immettere nuove energie e risorse nel sistema.
L'apertura degli uffici giudiziari a giovani laureati che parteciperanno a quelli che devono essere veri e propri master può consentire, oltre ad un salto di qualità della formazione, oggi totalmente teorica, un fortissimo apporto qualificato agli uffici giudiziari, con un miglioramento della qualità e della produttività dell'attività giudiziaria.
Questo senza sottacere i due elementi che mancano nel decreto: l'assenza di un coinvolgimento e di un tentativo di avviare a soluzione la situazione precaria ed ibrida della magistratura onoraria e la mancanza di potenziamento degli uffici giudiziari con un'apposita figura professionale di ruolo di assistenza del giudice (che sarebbe complementare e non alternativa agli stagisti).
Elementi da sottolineare, ma che non elidono la forte valenza positiva che i nuovi tirocini formativi possono avere.
I pareri emessi dalla Commissione Giustizia della Camera e dal Consiglio Superiore della Magistratura riprendono e forniscono preziose indicazioni per rendere più efficaci questi tirocini. In particolare:
- la gestione centralizzata da parte degli uffici dei tirocini evitando personalismi e consentendo forme di formazione e monitoraggio comuni;
- il coinvolgimento delle Scuole di specializzazione e degli Ordini degli Avvocati in caso si tratti di specializzandi o di praticanti;
- la necessità di un coordinamento con l'art. 37 della L. n.111/2011;
- la continuità con gli stages già in corso;
- la necessità di prevedere forme di indennità / borse di studio per i tirocinanti, eventualmente prevedendo un finanziamento di somme disponibili tramite il Fondo Unico Giustizia.
Fondamentale è da un lato che resti il valore abilitante del tirocinio formativo per l'accesso al concorso di magistratura, evitando qualsiasi passo indietro e dall'altro che l'accesso venga esteso a tutti gli uffici giudiziari e non solo agli uffici giudicanti di merito.
L'esclusione delle Procure della Repubblica non trova ragione, nè spiegazione a fronte dell'obbligo di segreto imposto comunque ai tirocinanti e suona del tutto ingiustificato.
Come pure non si capisce perché escludere da questa opportunità la Corte di Cassazione.
In tal modo si escludono uffici cruciali per la formazione e per l'innovazione da un circuito virtuoso e si limita la platea delle possibili disponibilità.
Il formidabile rischio che esiste è di immettere in modo incontrollato migliaia di giovani ( primi calcoli fatti a Milano rivelano che solo in tale sede sono centinaia i giovani laureati che avrebbero titolo di partecipare a questi stages) in uffici inadatti sotto il profilo logistico e spesso impreparati oppure di non poter soddisfare tempestivamente le aspettative di giovani comunque di eccellenza.
Occorre garantire una reale formazione ed occorre che i tirocini siano gestiti da magistrati disponibili e motivati. Per questo, oltre che per ragioni sistematiche, occorre estendere senza limitazioni il numero di uffici.
Si tratta di una formidabile possibilità di migliorare il nostro lavoro, di formare nuove generazioni di giuristi, di far conoscere a migliaia di giovani la realtà degli uffici giudiziari e del nostro lavoro.
Ma si tratta anche di una forte responsabilità cui dobbiamo dar risposta:
- da parte del Parlamento prevedendo l'estensione a tutti gli uffici giudiziari dei tirocini abilitanti e prevedendo forme di indennità / borse di studio per i tirocinanti, attingendo dal Fondo Unico Giustizia;
- da parte degli Uffici Giudiziari che debbono coordinarsi tra di loro, strutturare un'accoglienza seria, raccogliere disponibilità, seguire e monitorare i tirocini;
- da parte della Scuola della Magistratura che deve fornire linee generali per assicurare un'accompagnamento della formazione e che deve complessivamente ripensare il suo ruolo nella fase del tirocinio ;
- da parte del Consiglio Superiore della Magistratura che deve seguire e aiutare gli uffici giudiziari, raccogliendo le difficoltà ed i risultati e sburocratizzando l'approccio sinora avuto per le convenzioni ex art. 37;
- da parte del Ministero che deve assicurare sia gli strumenti informatici e materiali sia l'assicurazione (come del resto raccomandato anche dalla Commissione bilancio della Camera);
- da parte dei Comuni che debbono mettere a disposizione sistemazioni logistiche che consentano che la collaborazione si svolga in locali idonei.
Luglio 2013