SULLA VICENDA DEI DUE GIUDICI DEL DISTRETTO DI REGGIO CALABRIA COINVOLTI NELLE INDAGINI DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI MILANO
pubblichiamo il comunicato della Giunta sezionale di RC dell’Associazione Nazionale Magistrati e quello della Sezione reggina del Gruppo di Magistratura democratica, cui aderisce uno dei colleghi interessati
Nell’ovvio rispetto dell’ andamento delle indagini e delle prerogative degli interessati cui le contestazioni sono rivolte, siamo ben consapevoli che ogni condotta dei singoli magistrati che si discosti dal rigoroso rispetto delle norme e dai principi deontologici mina la credibilità dell’Istituzione e della fiducia che i cittadini devono poter avere nell’apporto essenziale ed insostituibile di una Magistratura indipendente al perseguimento delle finalità di Giustizia volute dalla Costituzione.
Per questo siamo certi di un accertamento rigoroso di fatti e responsabilità, nel pieno rispetto del principio dell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Non ci debbono essere e non ci sono compiacenze corporative di alcun genere, nel rispetto dei diritti di tutti.
Perché i cittadini possano davvero essere convinti che la fiducia in una Magistratura indipendente dagli altri Poteri dello Stato non è mal riposta.
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Giunta sezionale dell'ANM
Distretto di Reggio Calabria
<<La vicenda che riguarda i colleghi Vincenzo Giglio e Giancarlo Giusti ci sconcerta ed addolora.
La Giunta Escutiva dell'Associazione Nazionale Magistrati -sezione di Reggio Calabria - auspica che questi fatti non intacchino la credibilità dell'istituzione giudiziaria e non venga meno la fiducia dei cittadini verso la magistratura reggina, da sempre impegnata sul versante della legalità.
Non ci compete entrare nel merito della vicenda, in attesa che la Giustizia faccia il suo corso e venga fatta chiarezza. E' nostro dovere, invece, richiamare l'attenzione sulla necessità che il magistrato sia rigoroso nello stile di vita e nelle frequentazioni, perchè non venga mai neanche appannata l'immagine di indipendenza e di imparzialità della magistratura nè compromessa la trasparenza dei comportamenti anche personali dei singoli componenti dell'Ordine Giudiziariario.
Ogni deviazione da questi principi va fermamente stigmatizzata >>
Il Segretario Il Presidente
dott.ssa Tommasina Cotroneo dott.ssa Iside Russo
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“…il giudice di ogni tempo deve essere ed apparire libero ed indipendente, e tanto può essere ed apparire ove egli stesso lo voglia e deve volerlo per essere degno della sua funzione e non tradire il suo mandato…”. Ce lo raccomandava il compianto Rosario Livatino e non vogliamo dimenticarlo.
A prescindere dagli esiti giudiziari dell’indagine della Procura della Repubblica di Milano in merito alle condotte attribuite nell’imputazione provvisoria ai colleghi Vincenzo Giglio e Giancarlo Giusti, gli atti noti del procedimento mettono in evidenza comportamenti, relazioni personali e familiari, frequentazioni incompatibili per un magistrato che eserciti funzioni giurisdizionali.
E tutto ciò risulta ancora più intollerabile e drammatico in un contesto sociale come quello reggino, dove la ndrangheta è solita insinuarsi, con speciale pervasività, nelle reti relazionali torbide ed ambigue, perché fondate su perniciosi rapporti obbligatori in cui – prima o poi – il potere mafioso passa sempre a riscuotere il conto.
Ci avete sentito dire che è necessaria una rivoluzione culturale della nostra società malata. Quando siamo chiamati nelle scuole, nelle assemblee e negli interventi pubblici, invitiamo i cittadini - costretti ad affrontare (senza nessuna protezione autentica) l’aggressivo potere della ndrangheta - a recidere i legami relazionali, anche quelli quotidiani, con gli uomini di mafia o con quelli collusi con la mafia, per isolarli e renderli così più deboli.
Non smetteremo di farlo, convinti come siamo che solo attraverso una rivoluzione culturale e non già solo attraverso la repressione giudiziaria, si possa sconfiggere questo germe che tenta di insinuarsi in tutti i gangli sociali, per inquinarli e piegarli ai propri infami desideri.
Ma da oggi lo faremo con maggiore umiltà e con la più chiara e netta consapevolezza della nostra debolezza, dei nostri limiti, delle nostre incapacità. Ma proprio questa presa di coscienza ci farà essere più rigorosi ed attenti nella gestione della nostra dimensione privata, per ribadire la credibilità di una Istituzione che - particolarmente in questi ultimi anni - ha mostrato una speciale efficacia nello svelare e sanzionare i sistemi di potere della ndrangheta.
Ed infatti, anche quest’ultima indagine - insieme a quelle più recenti condotte dalla Procura della Repubblica e valutate positivamente dai giudici di questa città - è sintomatica della credibilità ed efficacia dell’azione giudiziaria che sempre più chiaramente irrompe, svela e sanziona i sistemi di potere della “area grigia”, senza farsi scrupolo di mostrare pari rigore, quando parti di questi perniciosi sistemi di potere siano magistrati.
Le recenti parole del Presidente della Repubblica a proposito dell’etica professionale e personale nella magistratura, ci stimolano, infine, a sollecitare un dibattito interno alla magistratura reggina, affinchè - preso atto della speciale condizione della nostra società malata - si proceda ad analizzare stili e modelli professionali e personali, per fissare alcune condivise linee di comportamento che debbano necessariamente caratterizzare ed identificare il magistrato che opera in questo difficile distretto.
MAGISTRATURA DEMOCRATICA
- Distretto di Reggio Calabria -